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LA STORIA DEL CENTRO RIABILITATIVO DI DIACCETO
Il momento storico. Siamo alla fine degli anni sessanta, ed è in questo momento che la società italiana scopre le condizioni disumane in cui fino ad allora avevano vissuto moltissimi bambini chiusi negli istituti. Molte di queste strutture vengono chiuse, anche nel territorio fiorentino, e decine e decine di bambini con disabilità neuropschica restano senza un posto dove andare, senza una famiglia che li possa accudire.
La trasformazione. Ed è così che la struttura di Diacceto, fino ad allora utilizzata dall’Oda come colonia estiva, si trasforma in Centro Riabilitativo destinato a bambini con disabilità neuropsichica. Inizialmente l’Oda è chiamata a fornire i servizi di base, e il centro dipende dalla Provincia attraverso l’Istituto Medico Pedagogico Provinciale. In un secondo momento, con l’avvento della riforma sanitaria (1978), questo ente chiude e l’Oda si trova di fronte a una scelta: abbandonare quei bambini, oppure farsene carico completamente. Si scelse di continuare nell’assistenza, e cominciò un percorso non privo di difficoltà.
Inizia un cammino. I primi assistiti erano infatti bambini carichi di sofferenza, vittime di anni di istituzionalizzazioni scriteriate (molti provenivano dal reparto minori dell’Ospedale Pschiatrico di San Salvi), senza famiglie alle spalle e in condizioni di estrema disgregazione psichica. Proprio da quei bambini cominciò il cammino del Centro di Diacceto, struttura riabilitativa in cui da subito iniziarono a lavorare medici, neuropsichiatri, pediatri, psicologi, pedagogisti e assistenti sociali. Un’équipe multidisciplinare impegnata per restituire (o far nascere) nei propri assistiti la capacità di vivere insieme, recuperando le abilità perdute in tanti anni di “invisibilità”.